
“Un esperimento letterario – spontaneo e naturale – in cui la narrazione avviene per traslitterazione delle emozioni, passioni, stati d’animo dei protagonisti da cui “riceviamo” – di prima mano – percezioni, sensazioni (olfattive, tattili, visive, uditive). I personaggi si presentano così interiormente nudi, in estrema trasparenza esistenziale per trasportarci nei loro stessi destini. La comunicazione con il lettore esula quindi dal discorso diretto, per non deturpare l’interiorità con l’esteriorità dialogante e sancirne le pulsioni nella loro sostanziale verità. Solo così tutto sarà qual è, perché non si mente a sé stessi.”
L’Autrice
“riceviamo” – di prima mano – percezioni, sensazioni (olfattive, tattili, visive, uditive)”
È ciò che ho “ricevuto” io: percezioni, sensazioni (olfattive, tattili, visive, uditive) e, aggiungo pulsioni, nel senso di avvertire realmente il Dolceamaro, il salivare ondivago e così via, grazie a una scrittura travolgente e coinvolgente, densa di straordinarie immagini descrittive, di particolareggiati risvolti psicologici e filosofici, di passioni e delusioni, di esaltazione e depressione, di sdoppiamenti e individualità con un ritmo che non ha un attimo di stanca e che ti trasporta, possedendoti totalmente, fino all’ultimo rigo:
Ma lei aveva vent’anni e faceva l’amore
e nei campi di maggio, da quando è partita
non cresce più un fiore.
E non un fiore, ma mille ne donerei all’Autrice, di gratitudine per questa stupefacente opera, la più importante – affermo io che ho letto le precedenti – intrisa di una Femminilità sacra, totale, altissima, irrinunciabile.
Opera che mi ha sedotto, coinvolto nel vortice di una prosa poetica che mi ha portato ad un vertice del Sublime per la ricchezza di lemmi, per il ricchissimo descrittivismo di sensazioni, introspezioni, osservazioni, amore, passione, amplessi, illusioni, delusioni.
Una scrittura totalmente nuova di grande finezza e magnetismo che cattura. L’Amore nelle stupende narrazioni dei suoi amplessi con Lui, in cui ho letto una apoteosi della Femminilità.
Chapeau!
Fernando Anzovino
Fernando Anzovino nasce nel 1943 a Santa Croce del Sannio. Alunno dei PP. Benedettini ha frequentato il Ginnasio nei collegi di Bassano Romano (VT) e Matelica (MC). Appassionato di teatro e poesia ha partecipato a ben nove edizioni del dramma sacro Il guerriero cristiano di don Giacomo D’Uva. Animatore della Filodrammatica fondata da don Angelo Zeoli nel ’61. Nel ’77 ha fondato il gruppo drammatico Maschere nude, Amici del Teatro Pirandelliano che in oltre venticinque anni ha rappresentato i maggiori lavori del drammaturgo siciliano. Ha vinto vari Premi di poesia.
Nel 2007 ha pubblicato I Santi Martiri Vito e Sebastiano nel dramma sacro a Santa Croce del Sannio e con Giusy Melillo nel 2012 Testimonianze, ricordi, ritratti di uomini santacrocesi.
Nel 2018 pubblica Il concerto di via Vitelli e altri ricordi
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