POESIE

QUANDO PARLERAI DI ME… sarà già mare il temporale

Quando parlerai di me
Parte I 

Quando parlerai di me
digli dei miei occhi scuri e stanchi.
Quando parlerai di me
digli che ero acqua senza mare.
Quando parlerai di me
digli che ero luna in fondo a un pozzo.

Quando parlerai di me
avrai graffi e solchi sulla schiena
avrai dei da pregare senza altari
avrai vetri e piume tra le mani.

Quando parlerai di me
saprai che non mi hai mai trovata
saprai che io ti ho inventato
saprai di parole controvento.

E se parlerai di me
sorriderai piangendo…

Silloge “Quando parlerai di me” (2012)


Quando parlerai di me

Parte II                      

Quando parlerai di me
saprai pensieri mai svelati
sarò di voce il suo lamento
e nelle sere il tuo tormento.

Quando parlerai di me
sarà già mare il temporale
sterile goccia la valanga
arida pietra la montagna.

Quando parlerai di me
abbandonato avrò chi ero
e come giunco in riva al lago
al cielo donerò il domani.

Quando parlerai di me
sarai lontano e io… con te

Silloge “C’è sempre una ragione” (2014)

Senz’alba
(Mai nato)

Cercai di non pensarti
relegandoti nel ventre che non ti nacque
annegando i rami delle tue radici
tranciate tra il mio costato.

Mai ho dimenticato
i fratelli che non ti ho dato
segregandoti tra i chiodi delle mie stanze
e le nenie mute delle culle vuote.

Non ho mai scordato
il tocco delle manine sconosciuto
sui capezzoli prosciugati dalla tua  assenza
e il latte inacidito che dissanguai.

Senz’alba
fu il cielo che ti partorì
tra le oscure doglie della notte eterna
in cui fui vittima e carnefice
dell’imperfetta sostanza che mi fece donna
tra la croce e la condanna.

Nascesti altrove
non seppi mai chi eri.

Morii di te… tu di me.

Silloge “Il Viaggio”- (2106)
Poesia vincitrice del Premio Zingarelli  2015/16-  VIII edizione

L’ora

Aspetterò che muoia la mia sorte
la notte nera, buia, silenziosa
che sappia amarmi senza consumarmi
che porti via con sé la mia condanna
dove non ci son stelle a illuminare il buio
e a dare un senso al volto della luna.

Arriverà
e svestirò per lei
le lunghe gambe che mi regalò
e al sangue donerò il mio latte.

Arriverà
ho già schiodato i cardini alla mia corazza
denuderò del corpo solo l’apparenza
consacrerò alle sbarre l’onda che mi frange.

Forse del tempo sarò un suo fuscello
o solo carta che dimena il verbo

non c’è rumore ad annunciarne l’Ora.


Silloge “Il Viaggio” (2016)

Granello dimenticato

Non è sconfitta
questo star seduta
nel mio pensiero che si è fatto sera

non è la resa che mi ferma il volo

non è tradire il corso del destino

è solo andare in cerca del mio orto
e della terra che mi farà casa
tra il fiato corto delle cornamuse.

Solo così, trovando un senso al tempo
potrò portarmi dove avrò radici

slegati i piedi che mi fanno peso
sarò la vela che dirige al largo

ancor la sabbia fine del deserto
che dondolando si consegna al vento.

Granello tra le tasche del creato
che si dimentica la giacca sul selciato.

Silloge “Il Viaggio” (2016)

Tu mi chiedi
dove ho lasciato i piedi
che vogavano verso te
io rispondo
che non ho gambe
a inseguire il cuore.

Non sempre il pensiero
è l’immagine di me.

Silloge “Rosso sangue” 2018

Mille volte Donna

È una storia scritta con le lettere dell’inganno.

Nella follia del disinganno
le radici
affonderanno i piedi nella tua carne
le unghie
rapprese tra le mani degli usurai
scaveranno buche nel tuo orto
i tuoi frutti
sfameranno brame attorcigliate
agli occhi di conchiglia
che ti porti addosso
– fardello ingombro, per due ossa e un soldo –
e sazieranno bocche ingorde
di saliva torbide e disinvolte
cucite attorno ad un cavallo brado.

Mille volte ti condanneranno
e altre mille pugnaleranno il tuo nome
– ne avrai da vendere o da comprare –
ti chiameranno come non vorresti
infamando il ventre
che cullò le notti
dei dormiveglia dei ciechi
quando le ninne nanne
assopivano
le lavande delle lenzuola
e morivano
tra i limoni verdi
delle notti gravide di maree.

Mille volte ti strapperanno il cuore
inchiodando l’anima al dolore
innalzeranno croci
sul Pantheon della ragione
dove la morte sconfessa ogni tua colpa
e dell’amore non ci sarà più ascolto
ma solo solchi a dire ch’era nato.

Tua la sorte
lacrime di un Dio che mente
quando ti volle figlia, poi penitente
quando ti fece madre del tuo carnefice. 

Tua la morte, atea tra la tua gente.

Silloge “Rosso sangue” 2018

Di vita di morte

Bussasti all’alba sfondando a calci la mia porta chiusa.

Abbattesti gli occhi
inchiodando al muro
le mie calze bianche
e un’aiola di rovi
riversa sul letto
vestiva di sangue.

Bussasti pietre
nevicasti acque
promettesti eterno
di vita
di morte
e intanto picchiavi
picchiavi più forte
e i seni a brandelli
mordevi la notte.

Chiesi chi eri
dicesti – l’Amore –
e vent’anni di pena
hanno inflitto
al mio cuore.

Ti ho ucciso da ieri
il tuo nome è spergiuro
promettesti
eterno
di vita
di morte.

Silloge “Rosso sangue” 2018

Sì lo so

lo so che non diresti mai
che senti ancor le mani tue
sfiorar la pelle che ti rinnegai.
Sì lo so
ma tu non dirlo mai
che i chiodi ho ancora
crocifissi a te.

Silloge “Rosso sangue” 2018

Onde

Tra l’estate
dei tuoi occhi di mare
bagnai le mani
avide d’acqua

e navigai le labbra
tra le onde.

Silloge “Rosso sangue” 2018

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