CAINO
A Roberta

Le tue onde di mani
sfidano l’acqua
che non fa più male
i piedi
portano il cargo al largo
dove lontano è l’osso
del tuo sguardo
i denti
gettano reti in mare
tra il molo
e l’ancora del mio solco.
Rinascere
prima che faccia tardi
la sera cala sui tetti in fretta
domani
non ci saranno notti
la morte è una ferita certa
ma tu
sei solo mente infetta
incerta la tua sostanza maschia.
Caino
ostile coinquilino
conoscerti è stato vil destino.
Roberta Perillo
Bella, bella come una stella, se questo può fare differenza quando si strappa una vita.
Solare come il sole che sfolgora sulle piane di Capitanata.
La vitalità emanata dal suo sorriso è un pugno in faccia, per chi ancora conserva una faccia.
Roberta non c’è più, è volata via ma il suo sorriso è rimasto impigliato a un lembo di paradiso, sceso qui, su questa sporca terra, per lasciarci qualcosa da ricordare, oltre tutto ciò che si vorrebbe dimenticare.
Roberta Perillo è stata uccisa nella sua casa l’11 luglio del 2019 a soli 32 anni a San Severo (FG). Strangolata e poi annegata nella vasca da bagno – secondo l’esame autoptico – dal suo fidanzato, Francesco D’Angelo, perché voleva porre fine al loro rapporto turbolento.
Una famiglia distrutta dalla sofferenza, anzi non una famiglia distrutta ma non più una famiglia. Così come un tavolo con una gamba in meno, una farfalla con l’ala spezzata, un calice senza il fondo che non potrà mai essere colmato; è pensare a un qualcosa che non avrà più la sua funzione d’origine, sarà sempre manchevole. Ci sarà sempre un pezzo di cuore in meno a mandare stilettate, a toglierti l’aria dal petto, a soffocarti ad ogni ricordo.
A dirti che sei ancora vivo anche quando non vorresti.
La famiglia Perillo/Frau si è costituita parte civile. La quarta udienza del processo si è tenuta il 13 novembre 2020 presso il Tribunale di Foggia.
Una famiglia che oggi chiede solo giustizia perché nessuno potrà restituire Roberta a Valeria, a Michele e ai suoi cari.
Giustizia affinché nessuno possa in futuro arrogarsi ancora il diritto di strappare impunemente altre giovani vite di donne.
Giustizia perché Roberta cercava l’amore e ha trovato la morte.

Per ogni donna.
Ogni volta che guarderai negli occhi la “tua” donna, ogni volta che guarderai negli occhi la “sua” donna, ogni volta che guarderai negli occhi una qualunque donna.
Fermati e pensa che siamo ormai gli indifferenti morti da una vita e gli omertosi della nostra infamia.
Maria Teresa Infante
E. . . un sorriso così bello ora illumina il Paradiso !!!
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