Elisa Zoccheddu per “Collisione d’interni”

Infinite volte mi sono trovata a fare i conti con la parte più nascosta di me, quando quel filo sottile che ci lega, o separa, alla realtà si spezza e non puoi tornare indietro. Per ragioni che conosco, ho cercato d’ignorare la voce interiore, che mi avrebbe inesorabilmente procurato dolore. Il dolore va dosato, pur essendo una fonte inestinguibile, se ne può fare a meno. Eppure è il rovescio della medaglia, della felicità, o di quel briciolo di grazia che la vita, sbadatamente ci riserva. Ho provato spesso a raggirarlo, il dolore, nella maniera che più mi appartiene: sognando. È in questa dimensione che trovo ristoro, e dove il dolore muore. Non è il sogno fisiologico, no, è immaginare una dimensione più consona alla mia sensibilità.

Per esempio la poesia, che amo tanto. Non sempre ci sono riuscita, ma è successo quando ho capito di non essere sola. Il dolore (quello dell’anima) si può condividere. Attraverso i libri possiamo specchiarci, leggere una parte della nostra vita, rivivere emozioni alle quali non sapevamo dare un nome.

Un libro in particolare mi ha attraversato completamente. Una silloge poetica, con una grande anima, tormentata a volte, ma così prepotente nella sua esposizione, da lasciarmi senza fiato, tanta è la forza dell’autrice, Maria Teresa Infante.

Nel suo “Collisione d’interni” esplode in tutta la sua nudità, la fragilità dell’anima, dalla quale spesso sfuggiamo:

(…) mai mi trovo/tre le segrete/in cui galoppa indomita la mente/ (…)

Si decide improvvisamente di cavalcare l’onda, senza saper nuotare. Si cade, ci si fa male ma alla fine si riemerge:

 (…) qualche volta capita di cercarmi/riemergo/con l’acqua che mi sale/ (…)

Si riemerge dunque, consapevoli che la paura era l’unico ostacolo, che possiamo, dobbiamo osare, liberarci dal peso:

È il capo tra le mani
che pesa come un grano di un pensiero
eppur le dita
hanno un trascorso lieve
di frutti freschi e mari navigati.

È il capo tra le mani
che non si arrende
a un guscio di basalto
e forgia come creta ogni parola
a sera quando spoglio la ragione.

Grazie Maria Teresa Infante, per avermi fatto spazio tra le tue “Collisioni d’interni” che ben s’incontrano con le mie.
Elisa Zoccheddu

Elisa Zoccheddu nasce a Baratile San Pietro (Or) e vive ad Aosta da oltre quarant’anni.
È tra gli Autori dell’antologia AA.VV contro abusi e soprusi sui minori “ Ciò che Caino non sa – Le mani dei bambini”, Oceano Edizioni. Ha pubblicato nel 2018 la silloge poetica “È solo un istante”, Oceano Edizioni

COLLISIONE D’INTERNI, IL CONVIVIO EDITORE presso: mariterinf@gmail.com

https://www.mondadoristore.it/Collisione-d-interni-Maria-Teresa-Infante/eai978883274275/

https://www.ibs.it/collisione-d-interni-libro-maria-teresa-infante/e/9788832742756

https://www.libroco.it/dl/Infante-Maria-Teresa/Il-Convivio/9788832742756/Collisione-d-interni/cw225153587586738.html

https://www.lafeltrinelli.it/libri/maria-teresa-infante/collisione-interni/9788832742756?channel=desktop

https://www.ebay.it/itm/403780-Libri-Infante-Maria-Teresa-Collisione-Dinterni-3904613-/202750715809

5 pensieri riguardo “Elisa Zoccheddu per “Collisione d’interni”

  1. Elisa Zoccheddu 14 luglio 2020 — 12:59

    Grazie a te per avermi reso partecipe.

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  2. Bellissimo articolo per una poetessa speciale. Grazie!

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    1. La ringrazio di cuore Saveria, approfittando per rinnovare i ringraziamenti a Elisa per la sua graditissima attenzione.

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      1. Grazie a te Maria Teresa. È stato un onore.

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    2. Saveria, grazie. Maria Teresa è davvero speciale.

      Piace a 1 persona

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