
Donne non bersagli.
Ormai una mattanza sistemica a cui sembra non esserci rimedio. Le denunce, senza l’effettiva tutela e protezione “fisica” della donna sembrano addirittura essere un’istigazione alla vendetta. Una vendetta in duplice forma se a farne le spese oltre alla donna sono anche i bambini.
Uccidere in presenza dei propri figli significa non avere neanche la percezione di cosa sia una famiglia, nessuna forma di sentimento paterno oltre a nessuna parvenza di umanità che da sempre dovrebbe essere insita nell’essere umano, se tale si autoproclama.
Le libertà di scelte personali della donna non vengono accettate e né considerate come diritto a vivere la propria vita sentimentale e privata.
La donna è ancora una “cosa” di appartenenza, una proprietà, come le birre, gli psicofarmaci, gli integratori nello scaffale; peccato che a eguale massa muscolare non corrisponda quella cerebrale e emozionale.
Stiamo spingendo nuovamente le vittime di questo tiro al bersaglio a non denunciare e aumentano i casi di sottomissione e accettazione di violenze fisiche e psicologiche. La paura si insinua tra le fessure delle persiane, scivola sotto le porte, entra nel piatto doccia, si mescola al caffè, ti tiene sveglia a letto.
La chiamerò Maria:
– Se lo denuncio ha detto che quando rientro faremo “i conti.”
I conti li ha fatti comunque, perché oggi Maria aveva un occhio nero, un nulla rispetto alle costole rotte di due mesi prima.
– Questa volta è andata bene. Era solo nervoso, lui non sa controllare l’ira. Chissà che man mano non cambi, devo stare attenta anch’io a non fornirgli pretesti per infuriarsi – ripeteva.
Questa volta il pretesto era stato il pranzo con piatti freddi, perché Maria lavora e rientra alle 14.00 a casa, dopo di lui, che intanto guarda la tv sdraiato sul divano e sgranocchia tarallini. Accompagnati dalle solite due bottiglie di birra come aperitivo.
– Voi non potete capire, parlare è semplice, ma non me la sento di disgregare una famiglia (quale famiglia?), non posso far soffrire mia figlia e privarla del padre (più sofferenza dello spettacolo quotidiano di maltrattamenti alla madre?). Cambierà, questa volta me lo ha promesso, ha chiesto scusa, siamo andati in pizzeria e sembrava un altro.
Non è cambiato nulla.
– Chissà che la prossima volta non mi riesca di nascere uomo. Porterò viole alla mia donna, o ciclamini, o forse dalie e gigli e mai le farei ciò che hanno fatto a me quando ero in vita.
Da questa altezza il mare è un gran viaggiare sotto le stelle che ormai posso sfiorare.In questo cielo non c’è più rancore ma solo fiori svelti per errore. E che profumi piovono sul mondo, ma non sentirli è il prezzo alla condanna d’essere umani e non sapere amare.
In questo posto insegnano il perdono, ho preso un libro, mi applicherò a studiare.
Sentimi
Ho sceso il fiume
Non senti il mio profumo?
Tra le sue sponde
ho sparso le mie vesti
mi son calata
ho immerso le mie carni
ho dato all’acqua
due scampoli di pelle
alla corrente
la scia di un’emozione
e tra i canneti
ho steso il mio sorriso.
Ho sceso il fiume
ma tu non puoi sentirmi.
Maria Teresa Infante
Le molestie, le violenze fisiche e morali che talvolta irrompono tra le mura domestiche, ferendo le coscienze, prevaricando libertà e speranze, costituiscono una realtà inaccettabile! Un vero atto di coraggio il tuo M. Teresa, nel voler dare voce a chi non ha voce.
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Ciò che affermi purtroppo corrisponde a pura verità ed è per questo che non bisogna mai abbassare la guardia. Noi con la nostra scrittura ci proviamo a tenere sempre alta la soglia d’attenzione. Grazie di cuore Mara!
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E. . . mentre l’uomo rimane schiacciato dal buio di un’anima contorta . . . le donne torturate diventano LUCE . . . dovremo trovare il modo tutte insieme di far entrare questa preziosa Luce in quel buio . . .
E Tu Maria Teresa stai di nuovo aprendo la strada a questa possibilità .
Ti lascio queste parole come un saluto dal mio cuore a tutte le donne volate via . . . per mano de bruti !
E poi
ci sei tu
piccola donna
avvolta in un manto
di mille colori.
Nel profumo
del tempo
ti perdi
per poi ritrovarti
ancora e ancora
fino alla
fine del cielo !
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